Milano è accoglienza solidale: la forza di lavorare in rete

Dal curare al prendersi cura: l’Associazione A Casa Lontani da Casa parla degli strumenti necessari per avviare il cambiamento in ambito clinico-sanitario. Insieme a Comune di Milano, Regione Lombardia e Istituto Nazionale dei Tumori.

L’obiettivo è un percorso completo di accompagnamento del paziente, dall’inizio alla fine delle cure.

Milano, 28 Settembre 2017. Si è da poco concluso il convegno “Milano è accoglienza solidale: la forza di lavorare in rete”, ospitato presso la ASST Gaetano Pini  – CTO, promosso dall’associazione A Casa Lontani da Casa in collaborazione con Teva Italia. Un momento importante, un confronto tra gli stakeholder del territorio, per l’analisi di alcuni  aspetti focali che riguardano la sanità nella nostra regione e alcune delle riforme che pubblico, privato e mondo non profit cercano di avviare, con l’obiettivo di migliorare il percorso generale dell’accompagnamento del paziente. La Lombardia, capitale d’accoglienza e punto d’arrivo privilegiato del fenomeno della migrazione sanitaria in Italia, con oltre 100.000 pazienti ogni anno, è la sede territoriale in cui associazioni e istituzioni provano a muovere passi determinanti verso la creazione di un sistema di cure complete legate al paziente.

Il sempre maggior numero di pazienti che migrano in particolare nel capuologo lombardo, e la crescita del coinvolgimento delle strutture ospedaliere che li accolgono, lascia emergere un bisogno fondamentale, quello dell’accoglienza del malato che arriva da fuori regione e spesso deve affrontare lunghi percorsi di cura, lontano dalle sicurezze affettive ed economiche.

Il dialogo avviato anni fa da A Casa Lontani da Casa con le istituzioni ha, di fatto, portato alla luce un problema di scollamento tra la richiesta di assistenza clinica e il territorio, non sempre in grado di ricevere l’ondata migratoria – dice Guido Arrigoni, Presidente dell’Associazione. La creazione di una Rete di accoglienza, capace di offrire un alloggio ai malati provenienti da lontano, ha certamente colmato parte di questa voragine“. Rafforza il concetto Laura Gangeri, Vicepresidente dell’Associazione: “L’obiettivo è fare di più: creare una connessione tra ospedali e territorio, avviare una ristrutturazione globale del percorso di cure che permetta di prendere in carico il malato da quando entra in ospedale fino al rientro nella sua città, creando nuove figure di collegamento“.

Al tavolo portano le loro idee anche le Istituzioni: l’Assessore Pierfrancesco Majorino afferma la vocazione solidale di Milano, capace di valorizzare l’ospitalità come principio di accoglienza. E promette un’iniziativa unica del Comune, l’invio di una lettera-vademecum a ogni cittadino che usufruisca del SSN, direttamente o indirettamente, con numeri e indirizzi utili dei servizi offerti dal territorio milanese. Direttamente coinvolta anche Regione Lombardia, nell’ottica di una riforma generale del SSN: “I percorsi di accompagnamento del paziente sono per noi una priorità – ha detto Giovanni Daverio, Direttore Generale Welfare. Milano e la Lombardia vogliono investire in questo cambiamento culturale, lavorando per la formazione di soggetti specifici che siano accanto al malato dal principio, soprattutto nel caso delle realtà cliniche croniche, che rappresentano circa il 30% dei pazienti. Il Sistema Sanitario non deve garantire esclusivamente percorsi clinici d’eccellenza, ma anche sanitari e sociali e Regione Lombardia desidera prendersi questo impegno“.

Un fil rouge che lega anche l’Associazione A Casa Lontani da Casa e l’Istituto Nazionale dei Tumori, centro di eccellenza mondiale nella cura oncologica e primo centro italiano ed europeo del trattamento dei tumori rari. “Noi curiamo l’uomo malato, non la malattia – dice Enzo Lucchini, Presidente della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori. Vogliamo essere la risposta a un bisogno. Non a caso il primo Infopoint per i pazienti è nato dentro l’Istituto, e siamo al lavoro per un progetto sperimentale di continuità terapeutica nell’ambito delle patologie dei tumori rari. L’obiettivo è creare un collegamento tra l’équipe multidisciplinare di questa area, il territorio e la rete delle case di A Casa Lontani da Casa: formare delle figure che diventino veri e propri tutor del paziente, accompagnandolo in ogni passaggio della malattia ma anche dei problemi concreti che la malattia stessa produce nel quotidiano”.

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